mercoledì 19 dicembre 2012

LIBRI PER IL NATALE

Ho fatto una piccola scorta di libri che volevo consigliarvi di leggere durante le vacanze di Natale ! Questo periodo dell'anno invita alla lettura, la sera davanti a un caminetto e con una tazza di thè bollente accanto ! Il sole, specialmente in montagna, tramonta prestissimo e allora dopo una bella sciata o una passeggiata nella neve, ci si gusta il piacere di un'oretta di tranquillo relax davanti a un bel libro. Quest'anno ho preparato:
Correre o morire, di Kilian Jornet : un' autobiografia del più grande e giovane campione di skyrunning, un ragazzo semplice che però emana un carisma travolgente, le cui imprese stanno affascinando mezzo mondo, anche quelli che come me non corrono affatto!
Marta che aspetta l'alba, di Massimo Polidoro : la storia di una ragazzina finita quasi per caso nel manicomio di Trieste, appena prima dell'avvento di Franco Basaglia. Grazie alla sua importantissima riforma riuscirà a diventare una donna consapevole e a guadagnare la propria indipendenza.
Trans Europa Express, di Paolo Rumiz :originale viaggio "in verticale" lungo le frontiere europee orientali: dal Mar Glaciale Artico fino a Odessa e oltre, verso Istanbul. Aggiungendo una semplice equazione: più difficoltà si incontrano lungo il tragitto e maggiori sono le possibilità di fare incontri, dunque di raccontare. Ecco perché il bagaglio sarà ridotto all'osso. Mezzi privilegiati di spostamento saranno treni, autobus e battelli fluviali. Il ricovero notturno verrà offerto da pensioncine scalcagnate e il caso e la ventura prevarranno sugli appuntamenti prefissati: dunque nessun incontro con personaggi di prima fila e largo invece agli anonimi, o meglio ancora agli ultimi. Il tutto raccontanto dall'anima sensibile e romantica di Rumiz, che non tradisce mai le aspettative.
Venti racconti allegri e uno triste, di Mauro Corona : stanco di storie tristi, reali o immaginarie, Mauro Corona ha deciso che è arrivato il momento dell'allegria: basta disgrazie o morti ammazzati, esiste un tempo per la gioia. E quale modo migliore per rallegrarsi se non recuperando storie antiche perdute tra i boschi? Mauro non finisce mai di affascinare con i suoi racconti di montagna, di gente semplice, vissuta senza luci di ribalta, passata al buio del mondo in silenzio.
E allora.... buona lettura !

mercoledì 12 dicembre 2012

MARGHERITA BELLA

Quale mamma non direbbe dei suoi figli che sono i più belli ? Eppure al di là del mio esser mamma, in quanto persona, devo dire che mia figlia è bella. Non è merito mio, è nata così, con delle qualità che ne faranno nella vita una persona felice e che renderanno felici tutti quelli che le graviteranno intorno. Il mio fiorellino è veramente una bella bambina : è affettuosa con chi le vuole bene, è educata e rispettosa con chiunque, è responsabile e diligente, è brava a scuola, è obbediente, e soprattutto è sempre sorridente, perchè è una bambina fondamentalmente felice e che sta bene con se stessa e con gli altri. Un vero "cuor contento". Lo ripeto, io non c'entro niente con tutto ciò. E' tutta farina del suo sacco, o meglio del sacco di Dio, che l'ha creata così meravigliosamente. Io sono solo stata fortunata. Lei e sua sorella sono i miei gioielli, quanto di più prezioso e caro ho al mondo. Bambina mia, ti amo.



martedì 4 dicembre 2012

NON ORA, NON QUI


Quando morì non me ne accorsi. Dormivo sulla sedia, le mani intrecciate alle sue,gli occhi miei chiusi e i suoi aperti verso di me. Quando sciolsi le dita dalle sue fui solo al mondo.
Fu la mia porzione quella donna venuta fino a me. Edificammo contentezze, lenticchie di festa minore ma continua. E’ stata poco con me, una breve durata nel corso della vita, però è venuta.
Sono stato un persona in questo mondo non solo peri primi dieci anni della vita,
ma anche nei sette del matrimonio.
Essere al mondo, per quello che ho potuto capire, è quando ti è affidata una persona e tu ne sei responsabile e allo stesso tempo tu sei affidato a quella persona ed essa è responsabile per te.
Sette anni non furono pochi. Anche se fossero stati la metà o la metà ancora, non sarebbe stato poco. Non ci si può lamentare della brevità, non è giusto, ma della lunghezza sì. Ho avuto imbarazzo a vivere ancora. Non provo dolore nel vedere il cielo qualche volta uguale a quello di un agosto passato insieme in vacanza,però arrosisco di poterlo guardare,di essere rimasto.
Di questo per me si tratta,di essere il resto di alcune persone, delle loro sottrazioni.
Erri de Luca





lunedì 3 dicembre 2012

AMARE POCO, TANTO, TROPPO

Quando ero giovane non ero molto interessata all'amore, nè agli uomini. Non so per quali recondite ragioni , non mi sono mai autoanalizzata su questo, la mia vita sentimentale era caratterizzata da rapporti terribilmente sbilanciati, sempre a mio favore. Chissà se era per paura o per superficialità, ma raramente riuscivo a innamorarmi, e in ogni caso sempre meno intensamente del mio partner. Questo ovviamente creava un grosso interesse del sesso maschile nei miei confronti, nella miglior tradizione del detto "In amor vince chi fugge". Ma in realtà non era una vincita, ma piuttosto una sconfitta. Emotivamente non ero mai gratificata e spesso ho fatto soffrire le persone a me vicine. La conseguenza più interessante di questo mio disinteresse generale per l'amore era che invece di scegliere, mi facevo sempre scegliere, finendo col fidanzarmi con uomini che non mi piacevano fino in fondo. Ho fatto degli errori madornali, ma fortunatamente ho anche incontrato persone preziose, con le quali ho diviso lunghi periodi del mio cammino. Poi, maturando, ho acquisito una nuova  consapevolezza, mi sono sentita più forte, più sicura, e gli uomini ho incominciato a sceglierli da me. La caccia mi è sembrata un esercizio affascinante e ho incominciato a riflettere attentamente su quali fossero i miei veri sentimenti. Mi son lasciata andare all'amore senza nessuna paura e ciò mi ha permesso di vivere delle relazioni molto profonde, dove sono stata amata ed ho amato molto. Ho scoperto, in un certo senso, il vero significato dell'amore . Sono fermamente convinta che gli amori più belli si vivano solo quando si è raggiunta una certa maturità anagrafica, che ti consente una sufficiente sicurezza in te stesso tale da permetterti di lasciarti andare completamente all'amore. Adesso mi chiedo se fra qualche anno, quando sarò "anziana", tutto ciò si trasformerà ulteriormente e magari mi ritroverò ad amare troppo! Chissà se è una prerogativa degli amori che giungono sul viale del tramonto. Sono proprio curiosa di scoprirlo! Forse quando sarò vecchia saró finalmente capace di innamorarmi "come una ragazzina"!



domenica 2 dicembre 2012

YOSH WHITE FLOWERS



White Flowers è l’essenza dell’amore eterno racchiuso in un bouquet di fiori bianchi. Diversamente dagli altri profumi fioriti, questa complessa fragranza ha una finitura pulita e verde con accenni di petitgrain ed abete siberiano. Un classico fiorito con una finezza moderna, delicato, sofisticato ed elegante.
Ingredienti: Gelsomino Sambac, Gelsomino Notturno, Violetta, Fresia, Rosa Tea, Rosa Centifolia, Gardenia Delicata, Mughetto, Lillà, Tuberosa Egiziana, Abete Siberiano, Narciso, Petitgrain.
White Flowers è una fragranza fiorita complessa con una finitura verde. Spesso la gente mi chiede ciò cosa voglia dire. Significa che sono presenti molti fiori bianchi ma, diversamente dalle altre fragranze fiorite, questo profumo non è esitante e non diventa dolce se non sdolcinato. Ha invece una finitura verde, come i vini con una finitura secca. Quando senti questo profumo ti accorgi di quanto siano complesse le note fiorite e poi senti la finitura fresca. Essa emerge dal petitgrain e dall’abete siberiano che donano a questa fragranza la sensazione di un bouquet immenso di fiori freschi appena colti.
Mia madre è maestra di ikebana, l’arte giapponese di comporre i fiori. Parlava spesso di equilibrio della composizione che non riguarda solo i fiori ma anche la connessione dei fiori con gli steli e foglie e la loro relazione con il vaso e lo spazio circostante. Questa è l’dea che ho usato per la composizione di White Flowers.
Originariamente creai questa fragranza per omaggiare i fiori bianchi di un bouquet nuziale, ma è diventata molto più di questo. Quando la indossi ti senti come se venissi trasportato all’aperto. C’è una qualità aromatica naturale che sugli uomini è eccezionale. Potreste pensare che sia troppo fiorito ma sugli uomini emergono le note verdi mentre quelle fiorite indietreggiano. E’ meravigliosamente fresco ma anche complesso e sofisticato. Mi innamoro di questo profumo ripetutamente perché non smette mai di sorprendermi.


sabato 24 novembre 2012

L'UOMO CONIGLIO

Avete mai conosciuto l'uomo che io definisco "coniglio", cioè quello che che pensa in un modo e per ipocrisia ti dice altro, quello che dice di amarti solo per non passare dalla parte del torto, e quindi non vuole assumersi le sue responsabilità, quello che vede solo i colori della sua vita e non da retta alle sfumature altrui. Ce ne sono a bizzeffe in giro e, purtroppo, ad ognuna di voi prima o poi capiterà di incontrarne uno. Se potete, fuggite! Fuggite a gambe levate! Ben presto quello che inizialmente vi è sembrato un'eroe sul suo cavallo bianco, pieno di adorabili qualità, si trasformerà nell'incubo più tremendo, e farete fatica a liberarvene! Si, perchè ogni volta che lo metterete con le spalle al muro lui giurerà di amarvi, nella sua migliore tradizione, per poi continuare a comportarsi come un coniglio, esattamente come prima!

giovedì 22 novembre 2012

MANDAMI A DIRE

Io dalla mia ho una speranza che vince mille a zero sulla pazienza, così so e ho sempre saputo che un giorno... Un giorno arriverà il tramonto e si siederà sopra il sole, ma in quel momento il sole si rifiuterà di scendere giù, giù in fondo al mare, allora succederà che ci sarà luce tutto il giorno, sarà la volta che i curiosi non si sveglieranno dal riposo e tu, tu non sarai astratta come il sogno. Sarà un giorno senza numero, senza mese e senza anno, e io e te avremo conquistato l'eternità. Ci credi? Se sì, mandami a dire.
PINO ROVEREDO



mercoledì 21 novembre 2012

L' ALBERO DI NATALE PERFETTO


Addobbare l’albero di Natale è ormai una tradizione centenaria diffusa in tutto il mondo. Ai primi di dicembre la famiglia si riunisce per questo immancabile rito, un momento da trascorrere con chi si vuole bene, perché in fondo il Natale è questo: gioia da condividere. Che sia vero o una riproduzione, grande o piccolo non importa, purché sia decorato, luccicante e di grande stile. Il conto alla rovescia è iniziato, siete pronti al Natale? Non fatevi cogliere impreparati. Per voi questa settimana alcuni consigli per realizzare un albero perfetto con decori e accessori tra tradizione e nuove tendenze in materia di Natale.
L’albero della tradizione
La tradizione vuole che l’albero sia un pino, una pianta sempreverde che ci ricorda che la natura è viva e strepitosa in ogni stagione. L’albero di Natale tradizionale trova posto in un salotto caldo e accogliente, ancora meglio se vicino ad un caminetto schioppettante. Per le decorazioni si possono scegliere abbinamenti tradizionali, come oro e rosso o argento e blu, oppure accostamenti glamour con colori di tendenza viola, verde e rosa… Scegliete palline, pendagli originali, festoni e non dimenticate il puntale per un tocco regale. L’atmosfera natalizia così è garantita!
Mini è sempre chic
All’albero di Natale non si deve rinunciare, tantomeno per mancanza di spazio. In piccole case si possono studiare soluzioni decorative ad hoc, per valorizzare ogni angolo e renderlo natalizio più che mai. Scegli mini alberelli da mettere sul davanzale della finestra oppure alberi iconici in materiali alternativi come vimini, carta o ferro. Per arricchire di gioia natalizia la casa opta per decorazioni, anche artigianali, capaci di creare continuità tematica: scegli un candelabro a forma di albero come centrotavola, piccoli segnaposto a forma di pino, cuscini e plaid con decorazioni di natale. Lasciati trasportare dalla fantasia, a Natale ci si può sbizzarrire l’importante è farlo con gusto.
Ingresso di Natale
Il Natale è dentro e fuori casa. Non trascurare le decorazioni in esterno! Arricchisci la porta di casa con una ghirlanda intrecciata con rami di pino, bacche rosse, pigne e qualche decorazione dorata o d’argento; è possibile realizzarla anche a mano, il fai-da-te è sempre un’ottima e divertente soluzione. Per catturare l’attenzione di ospiti e vicini non dimenticare i decori luminosi: profila finestre o corrimano con luccicanti fili di luce, bianchi o colorati, fissi o a intermittenza, saranno il tocco chic dell’outdoor natalizio .


martedì 20 novembre 2012

LA PASSIONE CHE DIVORA

Tutto quello che posso dire è che sono pazzo di te. Ho cercato di scrivere una lettera ma non ce l'ho fatta. Ti scrivo  in continuazione - nella mia testa- e i giorni passano e mi chiedo che cosa penserai tu. Aspetto con impazienza di vederti. Martedì è troppo lontano. E non solo martedì - mi chiedo quando verrai e se passerai la notte con me.
Quando potrò averti per un bel pò ? E' un tormento per me vederti solo poche ore, e poi dover rinunciare a te. Quando ti vedo, tutto quello che avrei voluto dirti se ne va in fumo - il tempo è così prezioso e le parole sono estranee. Ma tu mi rendi così felice perché posso finalmente parlarti. Amo la tua vivacità, i tuoi preparativi di fuga, le tue gambe come una morsa, il calore fra le tue cosce. Sì, voglio smascherarti. Sono troppo galante con te. 
Voglio guardarti a lungo e con ardore, toglierti gli indumenti, coccolarti, esaminarti. Lo sai che ti ho guardata appena? Sei rivestita ancora di una sacralità eccessiva.
La tua lettera, ah quegli svarioni! Mi fanno sorridere. E mi inducono anche ad adorarti. E' vero, non ti apprezzo abbastanza. Verissimo. Ma non ho mai detto che tu non apprezzi me. 
Affermarlo sarebbe troppo egoistico da parte mia. Amore, non so come dirti ciò che provo. Vivo in un perenne stato di attesa. Arrivi, e il tempo vola come in un sogno. 
E' solo quando te ne vai, che mi rendo davvero conto della tua presenza. E allora è troppo tardi. Tu mi instupidisci.



venerdì 16 novembre 2012

IL MIO CARSO


Carso, che sei duro e buono ! Non hai riposo, e stai nudo al ghiaccio e all'agosto, mio carso, rotto e affannoso verso una linea di montagne per correre a una meta; ma le montagne si frantumano, la valle si rinchiude, il torrente sparisce nel suolo.
 Tutta l'acqua s'inabissa nelle tue spaccature; e il lichene secco ingrigia sulla roccia bianca, gli occhi vacillano nell'inferno d'agosto. Non c'è tregua.
 Il mio Carso è duro e buono. Ogni suo filo d'erba ha spaccato la roccia per spuntare, ogni suo fiore ha bevuto l'arsura per aprirsi. Per questo il suo latte è sano e il suo miele odoroso.
Egli è senza polpa. Ma ogni autunno un'altra foglia bruna si disvegeta nei suoi incassi, e la sua poca terra rossastra sa ancora di pietra e di ferro. Egli è nuovo ed eterno. E ogni tanto s'apre in lui una quieta dolina ed egli riposa infantilmente fra i peschi rossi e le pannocchie canneggianti.
Scipio Slataper



mercoledì 14 novembre 2012

IL MIGLIOR MASCARA DEL MONDO, FACE STOCKHOLM

Il mascara è per me l'unico trucco irrinunciabile e indispensabile. Posso uscire anche completamente struccata, ma senza un pò di mascara mai ! Negli anni ne ho provati tantissimi, di tutte le marche, dalle più commerciali vendute al supermercato alle più sofisticate e costose delle profumerie. Ho sempre avuto problemi a trovare il mascara ideale, perchè ho gli occhi molto sensibili e soffro di allergia. Ho trovato a volte dei buoni prodotti, ma mai finora quello che mi soddisfasse del tutto. Quando alla Profumeria Belle et Beau di Trieste mi hanno proposto il mascara Face Stockholm mi sono fidata, perchè so che li al nord non scherzano con i prodotti anallergici. Quando poi a casa l'ho provato, me ne sono innamorata !!! Il mascara ha una consistenza ottimale fin dalla prima applicazione, uno spazzolino che incurva e allunga le ciglia già alla prima passata, non brucia gli occhi, non scola, la tenuta assicurata per tutta la giornata, non si incolla alle ciglia e quindi struccarti la sera non diventa un incubo. Insomma, sguardo da cerbiatta assicurato ! Il costo non è proprio economico, ma vi assicuro che ne vale la pena! Provare per credere!
FACE STOCKHOLM Lash Lift 




giovedì 8 novembre 2012

DIPTYQUE, L' OMBRE DANS L'EAU

E' il MIO profumo invernale da sempre, e sempre lo sarà. Secondo me il migliore al mondo, assieme a Carnal Flower di Malle, che però è sicuramente meno portabile. 
Un profumo incredibilmente suggestivo che ti trasporta in un giardino lungo il fiume inglese ricoperto di rose e con un groviglio di cespugli di ribes nero.
L'inizio è sorprendentemente verde, quasi astringente, poi appaiono le rose - fresche, vivaci e belle. E' possibile sentire l'odore della terra bagnata della riva e delle bacche appesantite dai rami e dalle foglie più anziane che sono cadute a terra. Il nome si traduce come "Ombra nell'Acqua", e c'è un accenno di malinconia qui, un tocco di agrodolce. Tuttavia, vi è anche una freschezza rigenerante - forse il giardino sul lungofiume è dove andiamo a riprenderci dal batticuore. Questo è un profumo davvero 
originale, assolutamente bello.




lunedì 5 novembre 2012

I MANIACI DEL CONTROLLO

Il maniaco del controllo è quella persona che sia nella sua vita che in quella degli altri, deve fare tutto e assolutamente a modo suo. Il maniaco del controllo è pieno d' ansia . In fondo sa che non può controllare il futuro e così cerca di controllare le persone della sua vita , pensando così di crearsi un senso di sicurezza. Molte volte, quando vede che il controllo gli sfugge, è abitudine del maniaco del controllo scatenare un attacco verbale contro le persone che gli stanno vicino, cercando di renderle a loro volta insicure. Infatti è tipico di queste persone rivalersi sugli altri piuttosto che cercare il cambiamento in se stessi. In casa poi è un fissato delle faccende domestiche : cerca sempre di assumersi più responsabilità di quanto possa sopportare, tendendo a sovraccaricarsi di incombenze per poi potersi lamentare di essere una vittima sacrificale. La patologia può crescere fino al punto che il maniaco del controllo evita totalmente di fare attività che non si possono controllare al 1000 %, ad esempio guidare, nuotare o sciare. Insomma, se riconoscete alcune di queste caratteristiche in chi vi vive accanto, fra gli amici o i colleghi di lavoro, vi do un unico consiglio : scappate a gambe levate !!!!



domenica 4 novembre 2012

MONOLOGO DEL NON SO

Io non so se questa mia vita sta spianata su un
buco vuoto. Non so se il silenzio che indago
é intrecciato alla mia sostanza molle.
Io non so se quello che cerco e ho cercato e
cercherò, non so se quello che cerco
é un insulto a quel vuoto.
Non so se questo fatto di non avere
un paio d’ali sia premio o castigo,
io non so se la polveriera
della mia inquietudine sia un trono
su cui mi siedo minacciato, se la fuga che
a scatti regolari mi pungola, se quel
puerile sogno di fuga sia uno sgambetto
d’angelo, d’un buffone d’angelo che
mi vuole inciampare.



Io non so se l’amore sia una guerra o una
tregua, non so se l’abbandono d’amore
sia una legge che la vita cuce fino al
ricamo finale. Io non so
che farmene di questi nemici che premono,
non so che farmene oggi di questo oggi
e me lo ciondolo fra le dita perplesse,
non so parlare di quello che
è sentito nel profondo me, non so parlarlo
quell’essere che é qui presente fra le vite degli
altri.
Io non so spiegarmi l’imperturbabilità
di Dio, e non mi spiego di non udire il
suo grave lamento, il suo urlo di collera o
d’amore, e non so vederlo che sono in cecità
ma vorrei sentirlo almeno piangere come piango io
guardando le facce indolorate, guardando le
facce con grave malattia terrestre,
io non so invocarlo né bestemmiarlo che
è troppo nella sottrazione e troppo
astratto per i miei chili umani.
Io non so forse non voglio
consegnarmi negli uffici del mondo,
e stare buono nelle sale d’aspetto della
vita. Io non so nient’altro
che la vita e molte nuvole intorno che
me la confondono me la confondono e non
so cosa aspetto, cosa sto aspettando in questo
sporgermi al tempo che viene. Io non so
e vorrei, vorrei, non so stare
fuori misura, fuori misura umana,
fuori da questa taglia finita.
Io non so perché guardando l’acqua del mare
mi salta in petto una gioia di figlio con la
madre. Non so se questa uscita mia in un secolo
a caso, se questo essere qui a casaccio,
io non so spiegarmi questa malattia
all’attacco del mondo, non so guarire
questa malattia che indolora e vorrei
sistemare ogni cosa, in un sogno puerile di
tregua, in un’arcadia anche retorica,
in un dormire abbracciato dei
guerrieri che si innamorano.
Io non ho capito e dovrei,
non ho capito il mondo della
vita, io non ho capito la legge sottostante
e non ho da fare la consegna a
questi cuccioli che aspettano, che esigono
da me l’aver capito.
Io non so la canzone
che spensiera e non so soccorrervi
non so pur volendolo
con quella forza di cagna
che dà il latte, non so soccorrervi nel vostro
sbando, io non so farvi da balsamo
io non so mettervi nel coraggio essenziale,
nello slancio, nel palpito.
Il mio Graal l’ho ritrovato e perso cento
volte.
[…]
Io non so se la bellezza è questa accademia di
centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa
carnevalesca decadenza di saltimbanchi,
io non mi spiego la crocifissione
della grazia, e non mi spiego perchè
mi trovo in questo covo rivoltato
in questa fossa con gli orchi attuali
in questo lato barbarico della specie,
e non so perchè stando a occidente non si
ode quell’alleluia delle cose.
Io non so se in questa schiena
senza ali ci son grandi pianure da cui fare
il decollo, se in questa spina dorsale
ci sono istruzioni
per la manovra di decollo, se sono io la freccia
di questo arco della schiena, se sono io
arco e freccia, non so in quale mano
non mano o zampa di Dio mi stanno
torchiando, e sottoponendo al duro
allenamento dei dolori terrestri.
Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa slacciatura.
E’ poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.
 Mariangela Gualtieri 






martedì 23 ottobre 2012

VA DOVE TI PORTA IL CUORE

Se da qualche parte sarò, se avrò modo di vederti, sarò soltanto triste come sono triste tutte le volte che vedo una vita buttata via, una vita in cui il cammino dell'amore non è riuscito a compiersi. Abbi cura di te. Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante. Lottare per un'idea senza avere un'idea di sé è una delle cose più pericolose che si possano fare.
Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti.
E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va' dove lui ti porta.



sabato 20 ottobre 2012

PORTRAIT OF A LADY, FREDERIC MALLE

E' monsieur Frederic Malle che vi parlerà personalmente di questo incredibile profumo:
“Questo profumo ha una storia tutta sua: praticamente lo abbiamo costruito partendo dalla base invece che dalla testa. Sia Dominique che io siamo rimasti affascinati dell’accordo di base di Geranium Pour Monsieur (un altro profumo della linea, firmato anch'esso da Ropion), in cui spiccano delle note muschiate insieme a incenso, benzoino e cuore di patchouli (“coeur-cuore” indica che il processo di distillazione del patchouli è stato frazionato, cioè che la distillazione è stata suddivisa in diverse frazioni, per poi usare solo il cuore, la parte centrale, che regala una sensazione calda, legnosa, secca senza quelle note muffose, terrose che caratterizzano l’essenza di patchouli presa “per intero”). Così abbiamo deciso di modificarla e farne la base per un profumo nuovo, completamente diverso”. 
L’accordo è stato portato in una direzione ulteriormente legnosa sovradosando il patchouli, abbassando il volume del sandalo e aggiungendo l’Ambroxan dall’effetto legnoso-ambrato.
Mancava ancora la parte testa/cuore della fragranza, per cui si orientarono verso la rosa. e si rivolsero a LMR (Laboratoires Monique Remy), che ha un sito di produzione in Turchia dove le rose vengono distillate ancora in alambicchi di rame (in base al tipo di materiale usato per l’alambicco, la resa olfattiva dell’essenza è diversa). In Portrait of a Lady la rosa è assoluta protagonista, e ce n’è tantissima: “Una quantità oscena di rosa” sottolinea Monsieur, visibilmente soddisfatto del risultato. Una percentuale a due cifre, un investimento economico importante che, sentito il risultato, mi pare assolutamente giustificato. 
Per raccordare la rosa con l’accordo orientale del fondo sono state usate le spezie (cannella e chiodi di garofano), mentre un accordo di frutta acidula (ribes e lampone) smorza eventuali eccessi.
Si intuisce una formula breve, con pochissimi elementi, e lui lo conferma: ”Dominique non ha voluto usare Hedione, IsoESuper, Calone, o altre molecole che avrebbero aggiunto effetti particolari. Sono materie a cui siamo abituati, vengono usate nella maggior parte delle fragranze e con ottimi risultati, ma qui abbiamo deciso di privilegiare l’essenzialità e la bellezza delle materie prime che abbiamo scelto. Alla fine, è un profumo “essenziale”, composto solo dalle note strettamente necessarie a farlo funzionare come lo avevamo in mente”. 
Il risultato di questo lavoro di sottrazione è una fragranza davero particolare, sofisticata (nel senso che esprime un gusto raffinatissimo e fuori dagli schemi); se vogliamo per forza darle un’etichetta, potrebbe essere un “fiorito orientale”, caratterizzata da una rosa abbastanza potente e diffusiva, pur senza aggressività. Soprattutto, è una rosa capace di disorientare: così insolitamente verde, ruvida, pastosa, amara, ombrosa, non la individui immediatamente come tipico odore di rosa, e per questo motivo potrebbe piacere quasi più agli uomini che alle donne. Oppure, a quelle donne convinte che il concetto di rosa implichi più ricchezza e più sfaccettature di quel che di solito s’immagina. 
“Mi sembra che Portrait of a Lady riassuma questi dieci anni di attività, caratterizzati dalla ricerca costante della Bellezza, senza concessioni alle mode o al guadagno a tutti i costi. Il nostro desiderio è sempre stato quello di creare dei classici senza compromessi”. 

NON VI RESTA CHE CORRERE A PROVARLO !!!!



martedì 16 ottobre 2012

TUTTO MI CONDUCE A TE


UN CUORE ARIDO


«Io sono come i gatti, - pensò alla fine; - mi affeziono più ai luoghi che alle persone». Perché se una persona amata la lasciava, lei ne soffriva, certo, ma poi la ferita si rimarginava; mentre se l'avessero strappata di lì, dai luoghi che amava, allora sarebbe morta di dolore.
"Ma dunque, nemmeno Mario aveva contato nulla nella sua vita? Certo, lo aveva amato, aveva gioito e sofferto per causa sua; ma i luoghi, alla fine, avevano avuto la meglio, assorbendo il ricordo di Mario come già tutti gli altri, fin dai tempi remoti della sua infanzia.
"Anna continuava a star lì, appoggiata al davanzale, con l'aria fresca del mattino che entrava per la finestra spalancata, e il sole che la scaldava e la intorpidiva. Che importava se l'avvenire non le prometteva nulla? Il passato, contava di più. E poi, nessuna vita era povera: nemmeno quella di Ada. Il sole! Il sole! Si levava ogni mattina, ogni mattina riscaldava le anime, col suo calore, con la sua luce. Ogni mattina tornava a svelare la infinita bellezza del mondo, quella bellezza che l'anima può contenere, ma che la vita quotidiana non può accogliere. La vita quotidiana si componeva di tante cose, piccole e grandi, rifare i letti e mangiare, fidanzarsi e sposare; ma la vita vera era come la luce e il calore del sole, qualcosa di segreto e di inafferrabile.
"Sbadigliando e stirandosi, Anna andò in cucina.. Mentre aspettava che il late bollisse, scostò la tendina e guardò fuori. Il mare era scolorito, salvo la striscia turchina dell'orizzonte. La baracca aveva le imposte sprangate. Enrico e Bice dovevano essere ancora a letto. Forse erano svegli, e si godevano l'intimità coniugale. Anna non provava invidia. Era ormai una donna soddisfatta, quieta e saggia; non aveva desideri né rimpianti, e non temeva la solitudine."
Carlo Cassola


lunedì 15 ottobre 2012

NON C'E' ALTRO DA VEDERE ?


Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto.
 José Saramago


giovedì 11 ottobre 2012

LA CANZONE DELL' IMPOSSIBILE

La solitudine. 
La pioggia che dolcemente cade sulla città 
Un pomeriggio di fine inverno dopo il temporale 
raggi di sole si infiltrano tra nuvole malate 
di primavera 

pensa a una stanza con finestre altissime 
e un barlume di passato che riappare 
come se il vivere fosse attaccato ai tuoi vestiti 
e del prezzo che paghi come ogni soldato 
che ha chiuso la vita in un bacio non dato 
ma tu ora dimmi che cosa volevi da me 

Ritorna l'ordine dopo il disordine 
accettiamo il caos insieme all'utopia 
Con la matita un giorno scrissero 
la nostra storia pronta ad essere cancellata 
Ma c'è una calma e un cielo così limpido 
Che non mi sembra più nemmeno una città. 

Verso la fine dell'inverno il pomeriggio annuncia giorni lunghi e miti 
cercando un senso dove non c'è un senso è li che t'incontrai 
e ora mutano insieme a te giorni e stagioni che scendono al mare 
su un letto di fiumi che parlano ancora al poeta che scrive per te 

Guardiamo il mare con l'occhio implacabile 
Poi ci tuffiamo tra le verdi onde 
e dagli spruzzi alcune gocce si posarono laggiù 
dove sull'orizzonte sta un arcobaleno 
in chiave di violino.




mercoledì 10 ottobre 2012

CARNAL FLOWER

E' stato un pugno allo stomaco, o meglio un colpo di fulmine, un amore a prima vista. Il profumo più sensuale, intenso, avvolgente, persistente, carnale che abbia mai sentito. Me ne sono spruzzata una goccia la sera sul polso e la mattina era ancora lì , immutato. Carnal flower o fiore proibito è un profumo di tuberosa. La tuberosa è un fiore bello e pericoloso. In alcune culture, non è consentito alle giovani donne di sentire il suo profumo inebriante dopo il tramonto. La tuberosa è un simbolo di piacere proibito, nasconde la sua passione, il carattere sensuale dietro il suo aspetto floreale fresco e bianco. Il suo profumo inebriante ha sedotto molti profumieri,  e Frederic Malle e il creatore Dominique Ropion hanno cercato di declinare questo profumo in un modo del tutto particolare. Frederic Malle è stato ispirato alla creazione di Carnal Flower durante le sue visite in California, dove tutto odora di gardenia e tuberosa. Dominique Ropion  ha lavorato sullo sviluppo della formula per più di due anni. Il profumo contiene una dose di tuberosa assoluta maggiore rispetto a qualsiasi altro profumo. La composizione si apre con pesanti note verdi di foglie e rami di cedro. Come si sviluppa la tuberosa, la sfumatura verde passa in una nota di canfora, che ammorbidisce i fiori. Sfumature fruttate di melone e cocco aggiungono luce e note gourmand alla composizione ma non attirano l'attenzione. La musa di questo profumo è stata la zia di Frederic Malle, la famosa attrice Candice Bergen, che ha esordito nel film Conoscenza carnale con Jack Nicholson. Le note di testa contengono: bergamotto, melone e eucalipto. Le note di cuore sono: ylang-ylang, gelsomino, tuberosa, salicilati (naturali, prodotto tossico di origine vegetale, una sorta di un feromone a base di erbe che viene utilizzato dalle piante come un avvertimento). La base comprende: tuberosa assoluta, essenza assoluta di fiori d'arancio, cocco e muschio.
Il profumo è stato creato nel 2005.



domenica 7 ottobre 2012

CIAO BRUNO

Il ciclismo a me piace perché non è uno sport qualunque. Nel ciclismo non perde mai nessuno, tutti vincono nel loro piccolo, chi si migliora, chi ha scoperto di poter scalare una vetta in meno tempo dell’anno precedente, chi piange per esse
re arrivato in cima, chi ride per una battuta del suo compagno di allenamento, chi non è mai stanco, chi stringe i denti, chi non molla, chi non si perde d’animo, chi non si sente mai solo. Tutti siamo una famiglia, nessuno verrà mai dimenticato. Chi, scalando una vetta, ti saluta, anche se ti ha visto per la prima volta, ti incita, ti dice che “è finita”, di non mollare. Questo è il ciclismo, per me. (Marco Pantani)






LA PIOGGIA NEL PINETO

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'il
lude,
o Ermione.



E' ORA DI ANDARE

Quando è ora di andare lo sai. Devi tirar giù da quell'armadio alto la valigia dei sogni, spolverarla un pò e incominciare a riporre piano piano, con delicatezza, tutti i sogni che avevi sognato e che non hai realizzato, affinchè non si sgualciscano, ma possano rimanere li, in attesa di qualcuno che un giorno riapra quella valigia e li tiri fuori uno a uno. Qualcuno che li stenda su un filo al sole e li profumi di fiori di campo e di lavanda. Subito dopo, accanto ai sogni infranti, devi riporre con cura i ricordi, ma solo quelli buoni. I ricordi buoni pesano molto, e la valigia dei sogni non ne può contenere tanti, quindi alcuni li devi lasciar andare via. Una volta rinchiusa la valigia tornerà li in alto, sopra l'armadio, e per un pò ti dimenticherai di lei e di tutto ciò contiene. Sai che al bisogno lei c'è, quando sei un pò malinconico basterà aprirla e i ricordi buoni ti faranno sorridere. Se invece incontrerai qualcuno che ti giurerà di voler vivere per realizzare i tuoi sogni, gliela consegnerai e ti metterai di nuovo alla prova. Una valigia così può essere, a volte, molto utile.