lunedì 9 gennaio 2017

DIARIO DI UN' ONIOMANIACA PENTITA.

CARSOVAGLIA, gennaio 2017

PARTE PRIMA.

Sono un'oniomaniaca pentita. Tanti di voi penseranno a una brutta perversione o qualcosa del genere, e invece no. Semplicemente per molto tempo ho inconsciamente deciso di trasformare qualsiasi stress  in un acquisto momentaneamente gratificante. Non voglio autogiustificarmi, ma il mio innato amore per tutto ciò che è bello, in ogni campo, ha fatto la sua parte. 
Ho sempre comprato, nel limite delle mie possibilità economiche, tutto ciò che ho desiderato. Il problema è che più passa il tempo e più realizzi che le cose non ti rendono felice che per pochissimo tempo, dopodiché hai subito bisogno di acquistare qualcos'altro, e il circolo vizioso che si crea invece di risolvere lo stress finisce col generarlo. 
Posseggo molto di tutto. Molti vestiti, molti accessori, molti cosmetici, moltissime borse e moltissime scarpe. La mia casa è piena di molti belli oggetti. 
La svolta è avvenuta piano piano, incominciava ad insinuarsi in me la nausea per l'armadio troppo pieno, per il mobiletto del bagno traboccante, per i troppi soprammobili da spolverare. E piano piano ho incominciato a disfarmi di molte cose: tutto ciò che reputavo inutile, non utilizzato, non più necessario prendeva la strada dei "borsoni" che settimanalmente distribuivo ad altre persone che avrebbero potuto riutilizzarle. 
Ho cominciato vuotando gli armadi della biancheria : lenzuola, tende, tovaglie, asciugamani a quintali . Poi ho continuato con suppellettili, raccolte di giornali, bicchieri e tazze spaiate, vecchie stoviglie. Infine ho affrontato il mio armadio : i miei vestiti si sono ridotti alla metà della metà .
Con le scarpe e le borse al momento sono a un punto morto. Non riesco a ridurre molto, anzi, mi sono appena fatta regalare da mio marito una scarpiera nuova. Ops. 
Però la mia mentalità è in mutamento positivo. Compro ancora, ma molto meno e molto responsabilmente. Ci ragiono sopra e cerco sempre di fare una scelta sostenibile. Prediligo le cose artigianali, i piccoli negozi locali, gli oggetti che hanno una loro storia alle spalle, persino il cibo lo scelgo possibilmente bio e a chilometro zero. Piano piano mi accorgo che è più soddisfacente donare che accumulare, che la pulizia esterna si trasforma in pulizia interna, che le cose più preziose nella vita non sono cose. 
Detto ciò sono ancora all'inizio del mio cammino. Per alcuni sarò fastidiosa e poco credibile, altri gioiranno sinceramente per i piccoli cambiamenti. Perché la strada è ancora lunga e se oggi mi chiedessero di rinunciare a una delle mie belle borse la risposta sarebbe ancora NO. Ma il non desiderare di averne altre, per me, è già una grandissima vittoria. 

To be continued