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mercoledì 23 marzo 2016

ANIME SPARSE

Due persone possono andare d'accordissimo, parlare di tutto ed essere vicine. 
Ma le loro anime sono come fiori, ciascuno ha la sua radice in un determinato posto 
e nessuno può avvicinarsi troppo all'altro senza abbandonare la sua radice, 
cosa peraltro impossibile. I fiori effondano il loro profumo e spargono il loro seme perché vorrebbero avvicinarsi, ma il fiore non può fare niente 
perché il seme giunga nel posto giusto; 
tocca al vento che va e viene come vuole. 


Herman Hesse





domenica 4 novembre 2012

MONOLOGO DEL NON SO

Io non so se questa mia vita sta spianata su un
buco vuoto. Non so se il silenzio che indago
é intrecciato alla mia sostanza molle.
Io non so se quello che cerco e ho cercato e
cercherò, non so se quello che cerco
é un insulto a quel vuoto.
Non so se questo fatto di non avere
un paio d’ali sia premio o castigo,
io non so se la polveriera
della mia inquietudine sia un trono
su cui mi siedo minacciato, se la fuga che
a scatti regolari mi pungola, se quel
puerile sogno di fuga sia uno sgambetto
d’angelo, d’un buffone d’angelo che
mi vuole inciampare.



Io non so se l’amore sia una guerra o una
tregua, non so se l’abbandono d’amore
sia una legge che la vita cuce fino al
ricamo finale. Io non so
che farmene di questi nemici che premono,
non so che farmene oggi di questo oggi
e me lo ciondolo fra le dita perplesse,
non so parlare di quello che
è sentito nel profondo me, non so parlarlo
quell’essere che é qui presente fra le vite degli
altri.
Io non so spiegarmi l’imperturbabilità
di Dio, e non mi spiego di non udire il
suo grave lamento, il suo urlo di collera o
d’amore, e non so vederlo che sono in cecità
ma vorrei sentirlo almeno piangere come piango io
guardando le facce indolorate, guardando le
facce con grave malattia terrestre,
io non so invocarlo né bestemmiarlo che
è troppo nella sottrazione e troppo
astratto per i miei chili umani.
Io non so forse non voglio
consegnarmi negli uffici del mondo,
e stare buono nelle sale d’aspetto della
vita. Io non so nient’altro
che la vita e molte nuvole intorno che
me la confondono me la confondono e non
so cosa aspetto, cosa sto aspettando in questo
sporgermi al tempo che viene. Io non so
e vorrei, vorrei, non so stare
fuori misura, fuori misura umana,
fuori da questa taglia finita.
Io non so perché guardando l’acqua del mare
mi salta in petto una gioia di figlio con la
madre. Non so se questa uscita mia in un secolo
a caso, se questo essere qui a casaccio,
io non so spiegarmi questa malattia
all’attacco del mondo, non so guarire
questa malattia che indolora e vorrei
sistemare ogni cosa, in un sogno puerile di
tregua, in un’arcadia anche retorica,
in un dormire abbracciato dei
guerrieri che si innamorano.
Io non ho capito e dovrei,
non ho capito il mondo della
vita, io non ho capito la legge sottostante
e non ho da fare la consegna a
questi cuccioli che aspettano, che esigono
da me l’aver capito.
Io non so la canzone
che spensiera e non so soccorrervi
non so pur volendolo
con quella forza di cagna
che dà il latte, non so soccorrervi nel vostro
sbando, io non so farvi da balsamo
io non so mettervi nel coraggio essenziale,
nello slancio, nel palpito.
Il mio Graal l’ho ritrovato e perso cento
volte.
[…]
Io non so se la bellezza è questa accademia di
centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa
carnevalesca decadenza di saltimbanchi,
io non mi spiego la crocifissione
della grazia, e non mi spiego perchè
mi trovo in questo covo rivoltato
in questa fossa con gli orchi attuali
in questo lato barbarico della specie,
e non so perchè stando a occidente non si
ode quell’alleluia delle cose.
Io non so se in questa schiena
senza ali ci son grandi pianure da cui fare
il decollo, se in questa spina dorsale
ci sono istruzioni
per la manovra di decollo, se sono io la freccia
di questo arco della schiena, se sono io
arco e freccia, non so in quale mano
non mano o zampa di Dio mi stanno
torchiando, e sottoponendo al duro
allenamento dei dolori terrestri.
Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa slacciatura.
E’ poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.
 Mariangela Gualtieri 






domenica 7 ottobre 2012

LA PIOGGIA NEL PINETO

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'il
lude,
o Ermione.



sabato 1 settembre 2012

LA MIA TATTICA

La mia tattica è guardarti
imparare come sei
volerti come sei
la mia tattica è parlarti
costruire con parole

un ponte indistruttibile
la mia tattica è rimanere nel tuo ricordo
non so come
né so con quale pretesto
ma rimanere in te
la mia tattica è essere franco
e sapere che tu sei franca
e che non ci vendiamo simulacri
affinché tra i due
non ci sia teloni
né abissi
la mia strategia è
invece
molto più semplice
e più elementare
la mia strategia è
che un giorno qualsiasi
non so con che pretesto
finalmente abbia bisogno di me.



Mario Benedetti






martedì 28 agosto 2012

HO BISOGNO DI

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,

di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.


Alda Merini 






mercoledì 1 agosto 2012

IL TUO RITORNO SARA' IL MIO RITORNO

Il tuo ritorno sarà il mio ritorno
i me stesso ti seguono, io solo resto;
un'effige d'ombra o che pare
(un quasi qualcuno ch'è sempre nessuno),
un nessuno, che, fino al loro e tuo ritorno,
passa perenne la sua solitudine
a sognare i loro sguardi aprirsi al tuo mattino
a sentire le stelle levarsi nei tuoi cieli:
quindi, nel nome misericordioso dell'amore,
non tardare più di quanto io privo di me
sopporti l'assenza dell'attimo in cui un altro
stringa fra le braccia la mia stessa vita che è tua
-quando paure, speranze, credi, dubbi, spariranno.
Ovunque e della gioia perfetta integrità siamo.



EDWARD ESTLIN CUMMINGS


giovedì 19 luglio 2012

LA MAGIA DELLA NATURA

C'è un piacere nei boschi senza sentieri,
C'è un'estasi sulla spiaggia desolata,
C'è vita, laddove nessuno s'intromette,
Accanto al mar profondo, e alla musica del suo sciabordare:
Non è ch'io ami di meno l'uomo, ma la Natura di più.

There is a pleasure in the pathless woods,
There is a rapture on the lonely shore,
There is society, where none intrudes,
By the deep sea, and music in its roar:
I love not man the less, but Nature more.

George Gordon Byron




giovedì 17 maggio 2012

AL MIO AMORE

Having a coke with you
is even more fun than going to San Sebastian, Irún, Hendaye, Biarritz, Bayonne or being sick to my stomach on the Travesera de Gracia in Barcelona partly because in your orange shirt you look like a better happier St. Sebastian partly because of my love for you, partly because of your love for yoghurt partly because of the fluorescent orange tulips around the birches partly because of the secrecy our smiles take on before people and statuary it is hard to believe when I'm with you that there can be anything as still as solemn as unpleasantly definitive as statuary when right in front of it in the warm New York 4 o'clock light we are drifting back and forth between each other like a tree breathing through its spectacles and the portrait show seems to have no faces in it at all, just paint you suddenly wonder why in the world anyone ever did them I look at you 
and I would rather look at you than all the portraits in the world
Frank O'Hara


sabato 5 maggio 2012

LA NOTTE DEGLI AMANTI

"E' in queste ore di tenebre
 che ti vengo a cercare. 
Ovunque comincia la fuga d'amore
tra me e te:
 io che entro nel tuo sonno, 
 e quando tu sogni i demoni,
 i demoni della tua morte, 
 e ti senti lontano da Dio, 
 io ti resuscito il giorno."

Alda Merini


mercoledì 2 maggio 2012

FATICA D'AMORE

Fatica d’amore, tristezza,
tu chiami una vita
che dentro, profonda, ha nomi
di cieli e giardini.
E fosse mia carne
che il dono di male trasforma.
Salvatore Quasimodo 

venerdì 13 aprile 2012

NON RINUNCIARE

Non rinunciare mai. Hai tante cose dentro di te e la più nobile di tutte, il senso della felicità. Ma non aspettarti la vita da un uomo. Per questo tante donne s'ingannano. Aspettala da te stessa.
Albert Camus


giovedì 22 marzo 2012

TI AMO MIA BALLERINA !

Quando non puoi danzare tu, fai danzare la tua anima.
Madeleine Delbrel


lunedì 12 marzo 2012

FALLO ORA

Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita.

William Shakespeare


sabato 25 febbraio 2012

LA BELLEZZA E' PURA, RICORDATELO ....

Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà? Il tuo sguardo, infernale e divino, versa, mischiandoli, beneficio e delitto: per questo ti si può comparare al vino.
Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora, diffondi profumi come una sera di tempesta; i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un'anfora, che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.
Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri? Il Destino incantato segue le tue gonne come un cane: tu semini a casaccio la gioia e i disastri, hai imperio su tutto, non rispondi di nulla.
Cammini sopra i morti, Beltà, e ti ridi di essi, fra i tuoi gioielli l'Orrore non è il meno affascinante e il Delitto, che sta fra i tuoi gingilli più cari, sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.
La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela, e crepita, fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!" L'innamorato palpitante chinato sulla bella sembra un morente che accarezzi la propria tomba.
Venga tu dal cielo o dall'inferno, che importa, o Beltà, mostro enorme, pauroso, ingenuo; se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo piede, aprono per me la porta d'un Infinito adorato che non ho conosciuto?
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena, che importa se tu - fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia unica regina - fai l'universo meno orribile e questi istanti meno gravi?
 Charles Baudelaire 


domenica 12 febbraio 2012

NON SAPRAI MAI

Non saprai mai che la tua anima viaggia
come in fondo al mio cuore, dolce cuore adottivo;
e che nulla, né il tempo, gli altri amori, gli anni,
impediranno mai che tu sia stato.

Che la beltà del mondo ha già il tuo viso,
di tua dolcezza vive, splende del tuo chiarore,
e all’orizzonte il pensieroso lago
narra soltanto la tua serenità.

Non saprai mai che porto la tua anima
come una luce d’oro che rischiara i passi;
che un po’ della tua voce suona nel mio canto.

Dolce fiaccola i tuoi raggi, dolce braciere la tua fiamma,
mi insegnano il cammino dei tuoi passi,
e un poco ancora vivi, perché ti sopravvivo.


Marguerite Yourcenar


mercoledì 18 gennaio 2012

DANZARE

Danzare è come parlare in silenzio. È dire molte cose, senza dire una parola.

Yuri Buenaventura


sabato 7 gennaio 2012

L' AMORE

L'amore
è lama? È fuoco?
Più quietamente - perché tanta enfasi?
È dolore che è conosciuto come
gli occhi conoscono il palmo della mano
come le labbra sanno
del proprio figlio il nome.

 Marina Ivanovna Cvetaeva

venerdì 6 gennaio 2012

A BROKEN HEART

...Se non fosse così, cosa avvenne
del mio cuore quando ti vidi per la prima volta?
Portavo un cuore entrando nella stanza,
ma uscendo dalla stanza non lo avevo più.
fosse andato da te, lo so bene, il mio cuore
forse avrebbe insegnato al tuo cuore a mostrarsi
verso di me più pietoso: ma l' Amore, ahimè,
al primo soffio lo infranse come vetro...

John Donne

giovedì 29 dicembre 2011

NEVE

Guardavamo dalle finestre, là
dove i tigli
si stagliavano neri
nella profondità del cortile.
sospirammo -
ancora, la neve non veniva,
ed era tempo, ormai,
era tempo.....

E la neve venne,
venne verso sera,
essa
giù dall'alto dei cieli
volava
a seconda del vento;
e nel volo oscillava.
A falde sottili come lamine,
fragili,
era confusa di se stessa.
La prendevamo nelle mani,
e stupivamo:
dunque, era quella la neve?

.... Dopo sette giorni
venne la neve nuova.
Non venne -
precipitò.
Cadeva così fitta,da non potere
tenere aperti gli occhi,
a tutta forza
vorticava in cerchio, mugliando.
... ma disperò di sé,
non resistette
e si diede per vinta.
E noi, ansiosi
sempre più spesso
scrutavamo l'orizzonte:
quando quella vera verrà?
Perché era tempo,
era tempo....

Ed un mattino
era davvero tanta
ed era davvero bella.
Cadeva e cadeva
nel baccano dell'alba
fra il rombo della macchine e lo sbuffare dei cavalli,
e sotto i piedi non si scioglieva,
anzi diventava più compatta.
Giaceva
fresca e scintillante
e ognuno ne restava abbagliato.
Ed era lei, la neve. La vera.
L'aspettavamo.
Era venuta.

 E. Evtushenko