sabato 14 novembre 2015

PACE PER IL MONDO

"Chi serve e dona, sembra un perdente agli occhi del mondo. In realtà, perdendo la vita, la ritrova. Perché una vita che si spossessa di sé, perdendosi nell’amore, imita Cristo: vince la morte e dà vita al mondo. Chi serve, salva. 
Al contrario, chi non vive per servire, non serve per vivere”.
Papa Francesco


martedì 18 agosto 2015

CARLO SPALIVIERO, IL POETA DELLE IMMAGINI

La fotografia è una mannaia che coglie nell'eternità l'istante che l'ha abbagliata. 
Henri Cartier-Bresson

Conosco Carlo da quando era un ragazzino che girava sempre con la sua macchina fotografica appesa al collo. Nonostante il percorso della sua vita sembrasse segnato dalla sua nascita, una scintilla di ribellione infiammava la sua anima sensibile spingendolo inesorabilmente verso mondi e persone a lui sconosciuti. Incominciò a scappare dalla sua quotidianità quando ancora era uno studente, viaggiando in lungo e in largo per il mondo. Ogni posto, soprattutto il più sperduto e pericoloso, lo  attirava e capì che la sua passione era il reportage. La maturità non l'ha cambiato, sempre con la valigia pronta e la macchina al collo, non importa per dove, l'importante è andare. Le foto che tornano indietro con lui sono delle poesie che ti trafiggono prima gli occhi e poi il cuore. 
www.carlospaliviero.it














domenica 17 maggio 2015

VYSHYVANKA by VITA KIN ... Quando la tradizione diventa fashion !

Ecco arrivare non più tra gli emergenti ma tra gli stilisti affermati Vita Kin, con furore dall ' Ukraina !
Dopo aver sfilato alla Parigi Fashion Week è comparsa addosso a tutte le IT GIRLS ! Devo dire che anch'io ne sono entusiasta, questa rivisitazione fashion-chic della tradizionale camicia ricamata delle donne ucraine è un'idea favolosa! Quest'estate non potrete non averne una, che sia una camicia, un abito o una tuta non importa! Fin'ora era impossibile reperirle se non a Kiev ma presto saranno disponibili per lo shop on line su netaporter.com !



















venerdì 17 aprile 2015

La fantastica Giselle di Osipova e Polunin

È la più grande di tutte e di tutti. Natalia Osipova è indiscutibilmente, oggi, la stella assoluta del balletto. E l’ha confermato per l’ennesima volta – ci fossero stati dubbi – il 10 e l’11 aprile scorsi, danzando Giselle, la sua inimitabile Giselle, alla Scala di Milano in coppia con Sergej Polunin.
Mix davvero esplosivo, quei due. Capace cioè di far esplodere anche il pubblico che ha imbottito fino all’orlo il teatro milanese, pur abituato da sempre a maneggiare i più grandi artisti del mondo. Perché Osipova e Polunin sono proprio il meglio e sono anche simbolo del balletto classico che sta affrontando la prova del nuovo millennio. Lei è unica: carisma e capacità espressiva d’altri tempi eppure in piena sintonia con l’oggi, è in grado di rendere credibili e attuali anche i più polverosi balletti dell’Ottocento, di avvolgere qualsiasi spettatore nella sua aura magnetica. Interpreta superbamente ogni parte, perché è anche un vero fenomeno della tecnica, una tecnica eccezionale e molto, molto personale, disseminata anche di eccessi e di quelle che per i puristi sono imperfezioni stilistiche e che sono però sua calligrafia, suo dono prezioso e non ripetibile. Polunin, danzatore ucraino ora venticinquenne, a 21 anni è stato il “principal dancer” più giovane mai nominato nella storia del Royal Ballet londinese, ma da lì, due anni dopo, se n’è andato in cerca della sua libertà e danza ora in Russia restando guest speciale, come la Osipova, nei più prestigiosi teatri del mondo. Noto per il suo stile puro, le linee limpide e naturali (ma il gossip e il copia-incolla internettiano preferiscono indugiare sui suoi tatuaggi e il caratterino…), ha fatto pure il botto pop, recentemente, come protagonista del video furbetto, girato da La Chapelle sulla hit “Take me to Church” di Hozier, diventato in poche ore virale e condiviso in rete senza posa, soprattutto dal pubblico femminile. Insomma, c’erano proprio questi due, l’altra sera a Milano, e hanno debuttato in Giselle insieme in questa occasione. Perciò l’appuntamento, deciso a sorpresa dal fato (avverso al povero Hallberg), era ancor più atteso, da esperti e profani. Un vero privilegio potervi assistere – qui vi parlo della serata dell’11 – e tutti in sala ne erano più che consapevoli. L’atmosfera era magica e la compagnia stessa, lo si percepiva, era cosciente di essere interprete di un evento memorabile, di far rifiorire in modo speciale il capolavoro andato in scena per la prima volta nel 1841, struggente vicenda al centro della quale c’è una timida ragazza di campagna che s’innamora di un giovane popolano, Albrecht, in realtà il principe sotto mentite spoglie. Quando si scopre la sua vera identità, ma soprattutto che è già promesso sposo alla nobildonna Bathilde, Giselle impazzisce dal dolore e il suo cuore non regge. Si trasforma così in una delle Willi, l’“esercito” formato dagli spiriti di fanciulle morte come lei prima del matrimonio, che si vendicano uccidendo ogni uomo si trovi di notte nella foresta. Tranne Albrecht: perché Giselle, con un amore che supera l’inganno, riesce a tenerlo in vita, nonostante i tentativi delle Willi di strapparlo alle sue braccia, ballando con lui fino all’alba, quando il potere crudele degli spiriti svanisce. Giselle e Albrecht, due giovani di quasi 200 anni fa, grazie all’interpretazione di Natalia e dello scapigliato Sergej diventano due ragazzi d’oggi, che s’innamorano, feriscono o restano feriti, perdonano o imparano. La coppia è riuscita a rinfrescare completamente e a dare verità a due ruoli da fiaba: hanno reso carne, ossa e anima gli sguardi, gli abbracci – prima timidi e poi più coraggiosi –, i piccoli baci, le dichiarazioni d’amore, così come la tragedia del tradimento, della follia e della morte, l’amore che permane e l’assoluzione che diventa lezione incancellabile per Albrecht, cosciente di aver sbagliato senza rimedio. Non ce ne voglia l’ottimo Polunin – nella prova del secondo atto soprattutto, dall’assoloall’adagio alla regale serie di entrechat-six con cui ha giustamente entusiasmato il pubblico –, ma il centro del fuoco è sulla Osipova, impressionante per la padronanza di ogni sfumatura coreografica, tecnica e interpretativa. Una Willi raffinatissima e davvero sovrannaturale, nel secondo atto: spirito potente, capace di volare e restare sospesa in aria con i suoi salti portentosi e delicati insieme, con gli equilibri prolungati, nel sostenere prese aree e fluttuanti tra le braccia di Albrecht. E che bellezza quelle sue “esagerazioni”, quei pugni chiusi sotto il mento, mentre si avvia alla variazione (ovviamente impeccabile) del primo atto, quand’è fanciulla felice che sta per danzare per il suo amore. La sua ennesima invenzione stilistica per rendere ancor più attendibile, reale, la fanciulla, fremente dall’incredulità di aver trovato un amore così grande. E che capolavoro la sua scena della pazzia, quadro centrale che è banco di prova attoriale per tutte le più grandi ballerine. Osipova riesce a riscriverne ogni volta, dalle fondamenta, i particolari, senza demolire la tradizione ma anzi esaltandola, a cesellare con il suo viso e le sue mani la forma visibile dei sentimenti, a darne espressione diretta, senza filtri, immediatamente comprensibile a tutti. Non è piaggeria, è proprio realtà. E il teatro si fa silenzioso, rapito, commosso. Solo l’orchestra e i tocchi delle punte delle scarpette sul palco, nemmeno un colpo di tosse o un brusio in sala, per non perdere nemmeno un istante di questo momento prezioso, sufficiente, da solo, a sintetizzare la magnificenza di questa artista. 
tratto da InstArt © canzonidiviaggio







sabato 28 marzo 2015

In primavera fiori, acque e castelli a Strassoldo : i colpi di fulmine !

Sono molti anni ormai che quasi in religioso pellegrinaggio mi reco alla festa dei Castelli di Strassoldo. Non si può proprio mancare al più bel appuntamento "mondano" della regione e anche quest'anno ero li puntuale all'apertura. Potrete sapere tutto ciò che c'è da sapere leggendo sul mio blog i post degli anni passati, ma quest'anno ho deciso di concentrare la mia attenzione sui "coupe de foudre", le novità che mi hanno colpito al cuore e che ho portato a casa con me.

Il primo pacchetto contiene un colorato cappello di MAMINOU, una new entry gradevolissima che propone cappelli decisamente inconsueti, giovani, colorati ed originali !


Il secondo pacchetto contiene un prezioso flaconcino di Olio puro di Argan di SOLIDARA : i miei capelli platinati e le mie rughe di quarantenne gliene saranno eternamente grati.

Il terzo pacchetto contiene due splendidi pigiami di LE CIVETTE 1962 ! E' ovvio che io li userò tutta l'estate come se fossero tailleurs di Chanel...ragazze !!! La moda del pigiama style impazza !! Se non ne avete uno correte subito a comprarvelo !!



Il quarto pacchetto contiene un prezioso Kokedama di MARIAGRAZIA BORGNOLO. Come potete vedere si è già perfettamente ambientato a casa mia ! Finalmente anch'io posseggo il mio giardino volante !



Il quinto ed ultimo pacchetto contiene le uova con violette e margherite VERE  di L'OCA BIANCA ED ALTRE STORIE. Il mio albero pasquale adesso è veramente unico e speciale !!!



Spero che le mie nuove scoperte vi siano piaciute ! Domani la festa è ancora aperta: correte anche voi ai Castelli di Strassoldo !!!!




giovedì 26 marzo 2015

KOKEDAMA, i giardini volanti

In origine i kokedama erano i bonsai di chi non si poteva permettere l'acquisto di un vaso e lo sostituiva con una palla di fango rivestita di muschio. Questo metodo di coltivazione giapponese è molto antico e risale al 1600. Oggi è una moda che impazza tra gli appassionati di giardinaggio e non. Se volete vederne di bellissimi li trovate da Maria Grazia Borgnolo sul suo blog mgbwabisabi.blogspot.it
Li adorerete !














sabato 7 marzo 2015

FRANCESCA PETZ, UN'ARCHITETTO DI FRONTIERA

L’architettura è un’arte di frontiera. Solo se si accetta la sfida di farsi contaminare, ha ragione di essere. Altrimenti è roba da salotto. 
Renzo Piano


Francesca Petz nasce e cresce a Trieste, città di frontiera dove, sollevando gli occhi, ad ogni angolo ti accorgi di mille particolari architettonici. Qui tutto viene enfatizzato dal cielo blu spazzato dalla Bora, contro cui si staglia la pietra bianca degli edifici neoclassici, in tutte le sue sfumature. Dopo gli studi a Venezia, alla Iuav, torna a vivere e a lavorare nella sua città. Attualmente esercita come libera professionista occupandosi di nuove costruzioni e restauri prevalentemente residenziali, di design d'interni e arredo.
Il progetto che vedete in questa pagina riguarda il restauro del piano nobile di un palazzo neoclassico sul Canale di Ponte Rosso, nel cuore di Trieste. Le immagini parlano da sole, evocando perfettamente la definizione che Francesca dà di se stessa e del suo lavoro : 

"IL SENSO DEL COLORE, L'ELEGANZA RAFFINATA E SEMPLICE, L'INSIEME FATTO DI DETTAGLI:

QUESTO E' IL MIO MODO DI FARE ARCHITETTURA"

( Le foto sono tratte dalla rivista Maison Française Magazine)