sabato 23 agosto 2014

I CAFFE' STORICI DI TRIESTE

La città di Trieste è stata, tra l’Ottocento e il Novecento, uno speciale luogo d’incontro per artisti e scrittori che erano soliti ritrovarsi da soli o in compagnia nei caffè storici della bella città. Infatti, il binomio caffè- Trieste è decisamente indissolubile. Per i triestini il caffè costituisce un immancabile rito, tanto da avere uno speciale vocabolario per definire le più comuni bevande da bar: il nero è l’espresso, il capo equivale al macchiato e se “in b” vuol dire che lo si preferisce in vetro. Le prime Botteghe da caffè vennero aperte a Trieste nella seconda metà del Settecento, probabilmente seguendo l’esempio di molti locali veneziani alla moda, ma assumendo immediatamente un’inconfondibile impronta viennese negli arredi e nei servizi offerti. Fu poi nel 1768, in via San Nicolò, che a Benedetto Capano venne concessa l’esclusiva della vendita di “acque fredde e calde, the, caffè, cioccolata, limonate, sorbetti ed acque sciroppate”. Da quel momento in poi, le botteghe di caffè si moltiplicarono assumendo caratterizzazioni molto differenti che rispecchiavano lo spirito cosmopolita della città; vi erano dunque Caffè spiccatamente politici, quelli per ufficiali e alti funzionari austriaci, quelli della borghesia, degli uomini d’affari e, sempre più numerosi, i Caffè letterari, frequentati da James Joyce, Umberto Saba e Italo Svevo.
Passeggiando al giorno d’oggi per le strade del centro storico di Trieste, si possono trovare ai tavolini dei Caffè ragazzi che studiano, signore che sorseggiano i loro caffè, universitari che ricopiano gli appunti delle lezioni, e ovviamente i turisti, che si lasciano immediatamente ammaliare dai ritmi lenti e rilassati.
Quindi, chi è in viaggio a Trieste può seguire un itinerario attraverso i suoi Caffè letterari. 


CAFFE' TOMMASEO

Il Caffè Tommaseo  è indubbiamente uno fra i più antichi Caffè di Trieste. E' difficile definire una data esatta delle origini del locale che, fu riaperto, dopo alcuni lavori di ripristino, nel 1830 da un padovano, Tomaso Marcato, che gli diede il proprio nome, Caffè Tomaso. Il Caffè prendeva il posto di una caffetteria sita in quella piazza dei Negozianti che ora si chiama Tommaseo. Anche il Caffè venne ribattezzato, nel 1848, con il nome dello scrittore e patriota dalmata, che ancor oggi viene ricorato da una serie di cimeli: un ritratto e le edizioni delle sue opere custoditi in una bacheca posta al centro del locale. Marcato, grande appassionato d'arte, si preoccupò di abbellire il locale affidando l'incarico delle decorazioni al pittore Giuseppe Gatteri e facendo venire, direttamente del Belgio, una serie di specchiere, con le quali tappezzò tutte le pareti. Il Macato volle inoltre esporre un proprio ritratto opera di un noto ritrattista dell'epoca, Grigoletti. Il Caffè, ritrovo sia di artisti che di letterati che di uomini d'affari ospitava spesso mostre e concerti; va ricordata una personale dedicata a Giuseppe Bernardino Bison e i concerti che venivano proposti il giovedì dall'orchestra del Teatro comunale e il sabato dalla banda. Fra le specialità offerte dal Caffè Tomaso  c'era il gelato, introdotto in città proprio dal Marcato che, sensilbile alle innovazioni, volle anche dotare il caffè di illuminazione a gas: correva il 1844 ed era il momento in cui in città si facevano i primi esperimenti pubblici.






CAFFE' SAN MARCO

Il 3 gennaio 1914, al pianterreno di un edificio di proprietà delle Assicurazioni Generali edificato nel 1912, venne inaugurato il Caffè San Marco, allora di proprietà di Marco Lovrinovich, originario di Parenzo. Subito il locale divenne ritrovo di giovani studenti e intellettuali. Il proprietario del caffè incarica della direzione dei lavori un irredentista come lui: Napoleone Cozzi, un personaggio eclettico, pittore e decoratore, alpinista e schermidore, che dà al San Marco un aspetto decisamente italiano. Gli stucchi delle volte – oggi color bronzo – nel 1914 sono invece sfacciatamente tricolori: sulle pareti bianche campeggiano i chicchi di caffè rossi, con le loro brave foglie verdi.
Il caffè apre i battenti nei primi mesi del 1914 diventando immediatamente, e non potrebbe essere altrimenti, il punto di ritrovo della gioventù irredentista di Trieste. Tra gli avventori si contano anche i giovani ebrei che frequentano la vicinissima sinagoga (costruita nel 1910, contende a quella di Budapest il primato del tempio ebraico più grande d’Europa). Il San Marco, tra i pochi sopravvissuti e l’unico rimasto intatto negli arredi e nelle decorazioni dai tempi degli Asburgo, compie ora cent’anni. 





CAFFE' TORINESE

Inaugurato nel 1915, il più piccolo dei caffè storici di Trieste è tutto avvolto nel legno. Il richiamo a una nave di lusso della Belle Epoque è inevitabile, tanto più che a progettarlo è stato l’ebanista triestino Debelli, autore degli interni dei gloriosi transatlantici Vulcano e Saturnia. Partiti, dunque, per un viaggio nel tempo in surplace al bancone a L ghirlandato di ottone e col ripiano di marmo. Una preziosa collezione di cavatappi d’ogni epoca ben ordinata in pannelli contorna le vetrinette specchiate contenenti vini pregiati.






 CAFFE' PASTICCERIA PIRONA


Fondata nel 1900 dall'estro di Alberto Pirona, dispensando confetture, dolci fini, frutta in conserva, galanterie di zucchero, paste e biscottini, nonché liquori e vini scelti. Quest’ultimi apprezzatissimi da James Joyce durante la sofferta creazione di “A Portrait of the Artist as a Young Man”. Frequentata da letterati e artisti, come il compositore Antonio Smareglia che abitava accanto, è divenuta una frequentatissima istituzione, che tiene alta la grande tradizione pasticcera di presnitz, pinza, putizza, mandorlato, fave triestine, marzapane. Vetrine, arredi e scritte con la linearità liberty dei primi del Novecento.




CAFFE' DEGLI SPECCHI

Sui resti delle fortificazioni - ancora oggi visibili nelle cantine - di Castello Amarina, costruito dai Veneziani nel 1370, venne edificato nel 1837 Palazzo Stratti, che da allora ospita il Caffè degli Specchi. Benché inaugurato nel 1839, i lavori vennero completati solo nel 1846 a causa di difficoltà finanziarie. Caffè storico, ubicato nella bellissima Piazza Unità, è un luogo intoccabile che custodisce il fascino di tempi ormai lontani. Dispone di un ampio spazio con tavolini esterni, posti ai piedi del municipio, dai quali si può vedere e respirare il mare. 

                            



 


PASTICCERIA CAFFE' LA BOMBONIERA

 La pasticceria è stata fondata nel 1850 dalla famiglia ebrea di origine ungherese Eppingher.  Oltrepassatele porte in vetro smerigliato dai disegni liberty, tipiche e frequenti nelle case "bene" triestine, ci si trova in un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato. Dietro le vetrine, colme di pastine piccole come si usavano un tempo, le commesse si alternano sorridenti e sommesse, sotto lo sguardo dolce e riservato della signora La Porta. Al piccolo banco si susseguono le torte Pischinger, Sacher, Linzer, Dobos, che non stanno in mostra ma sono confezionate immediatamente prima della consegna  le porte in vetro smerigliato dai disegni liberty, tipiche e frequenti nelle case "bene" triestine, ci si trova in un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato. Dietro le vetrine, colme di pastine piccole come si usavano un tempo, le commesse si alternano sorridenti e sommesse, sotto lo sguardo dolce e riservato della signora La Porta. Al piccolo banco si susseguono le torte Pischinger, Sacher, Linzer, Dobos, che non stanno in mostra ma sono confezionate immediatamente prima della consegna .




CAFFE' STELLA POLARE

Il Caffè Stella Polare, aperto nel 1865, si trova in Piazza Sant’Antonio, vicino al Canal Grande, accanto alla chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione.
All’inizio del 1904 il vecchio stabile sul Canale venne abbattuto per far posto all’attuale palazzo, allora il Caffè Stella Polare fu sistemato, in via provvisoria, in un padiglione di legno e gesso, sistemato di fronte alla Chiesa di Sant’Antonio Nuovo.
Nato come tipico locale austro-ungarico, con le classiche decorazioni di stucchi e specchi in parte ancora presenti, presentava un bancone in legno di ciliegio ed era dotato di sale da biliardo, sale per le riunioni e per la lettura. Il locale è stato per anni rifugio di negozianti e intellettuali sia triestini che stranieri; con la fine della seconda guerra mondiale e l’arrivo degli anglo-americani in città, questo Caffè divenne una famosa sala da ballo: da qui mote ragazze triestine presero il mare per gli Stati Uniti, spose di giovani soldati americani.



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