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sabato 3 gennaio 2015
SAPPADA, IL GIOIELLO DELLE DOLOMITI
sabato 30 agosto 2014
HUM (COLMO), LA CITTA' PIU' PICCOLA DEL MONDO
Se un giorno volete farvi una gita alternativa, andate in Istria (Croazia) alla ricerca di Hum. La cittadina di Hum, o Colmo in italiano, è nota per il titolo di "città più piccola del mondo": la sua popolazione consta all'incirca di una trentina di abitanti. E' ancora circondata da mura ed ha come unico ingresso un portone di bronzo, con tanto di battenti. All'interno vi sono due vicoli, qualche casa, il Museo Civico, la chiesa romanica del XXI secolo di S. Gerolamo e la chiesa di S. Giacomo con la sua torre campanaria, in stile romanico. Da Colmo si snoda il Viale dei Glagoliti che, lungo circa 7 km, la collega a Rozzo, frazione del comune di Pinguente. Lungo la via ci sono 10 sculture che commemorano l'antica importanza di Rozzo come centro della letteratura in alfabeto glagolitico, ancora utilizzato in questa zona fino all'inizio del XX secolo.
sabato 23 agosto 2014
I CAFFE' STORICI DI TRIESTE
La città di Trieste è stata, tra l’Ottocento e il Novecento, uno speciale luogo d’incontro per artisti e scrittori che erano soliti ritrovarsi da soli o in compagnia nei caffè storici della bella città. Infatti, il binomio caffè- Trieste è decisamente indissolubile. Per i triestini il caffè costituisce un immancabile rito, tanto da avere uno speciale vocabolario per definire le più comuni bevande da bar: il nero è l’espresso, il capo equivale al macchiato e se “in b” vuol dire che lo si preferisce in vetro. Le prime Botteghe da caffè vennero aperte a Trieste nella seconda metà del Settecento, probabilmente seguendo l’esempio di molti locali veneziani alla moda, ma assumendo immediatamente un’inconfondibile impronta viennese negli arredi e nei servizi offerti. Fu poi nel 1768, in via San Nicolò, che a Benedetto Capano venne concessa l’esclusiva della vendita di “acque fredde e calde, the, caffè, cioccolata, limonate, sorbetti ed acque sciroppate”. Da quel momento in poi, le botteghe di caffè si moltiplicarono assumendo caratterizzazioni molto differenti che rispecchiavano lo spirito cosmopolita della città; vi erano dunque Caffè spiccatamente politici, quelli per ufficiali e alti funzionari austriaci, quelli della borghesia, degli uomini d’affari e, sempre più numerosi, i Caffè letterari, frequentati da James Joyce, Umberto Saba e Italo Svevo.
Passeggiando al giorno d’oggi per le strade del centro storico di Trieste, si possono trovare ai tavolini dei Caffè ragazzi che studiano, signore che sorseggiano i loro caffè, universitari che ricopiano gli appunti delle lezioni, e ovviamente i turisti, che si lasciano immediatamente ammaliare dai ritmi lenti e rilassati.
Quindi, chi è in viaggio a Trieste può seguire un itinerario attraverso i suoi Caffè letterari.
Il Caffè Tommaseo è indubbiamente uno fra i più antichi Caffè di Trieste. E' difficile definire una data esatta delle origini del locale che, fu riaperto, dopo alcuni lavori di ripristino, nel 1830 da un padovano, Tomaso Marcato, che gli diede il proprio nome, Caffè Tomaso. Il Caffè prendeva il posto di una caffetteria sita in quella piazza dei Negozianti che ora si chiama Tommaseo. Anche il Caffè venne ribattezzato, nel 1848, con il nome dello scrittore e patriota dalmata, che ancor oggi viene ricorato da una serie di cimeli: un ritratto e le edizioni delle sue opere custoditi in una bacheca posta al centro del locale. Marcato, grande appassionato d'arte, si preoccupò di abbellire il locale affidando l'incarico delle decorazioni al pittore Giuseppe Gatteri e facendo venire, direttamente del Belgio, una serie di specchiere, con le quali tappezzò tutte le pareti. Il Macato volle inoltre esporre un proprio ritratto opera di un noto ritrattista dell'epoca, Grigoletti. Il Caffè, ritrovo sia di artisti che di letterati che di uomini d'affari ospitava spesso mostre e concerti; va ricordata una personale dedicata a Giuseppe Bernardino Bison e i concerti che venivano proposti il giovedì dall'orchestra del Teatro comunale e il sabato dalla banda. Fra le specialità offerte dal Caffè Tomaso c'era il gelato, introdotto in città proprio dal Marcato che, sensilbile alle innovazioni, volle anche dotare il caffè di illuminazione a gas: correva il 1844 ed era il momento in cui in città si facevano i primi esperimenti pubblici.

Passeggiando al giorno d’oggi per le strade del centro storico di Trieste, si possono trovare ai tavolini dei Caffè ragazzi che studiano, signore che sorseggiano i loro caffè, universitari che ricopiano gli appunti delle lezioni, e ovviamente i turisti, che si lasciano immediatamente ammaliare dai ritmi lenti e rilassati.
Quindi, chi è in viaggio a Trieste può seguire un itinerario attraverso i suoi Caffè letterari.
CAFFE' TOMMASEO
Il Caffè Tommaseo è indubbiamente uno fra i più antichi Caffè di Trieste. E' difficile definire una data esatta delle origini del locale che, fu riaperto, dopo alcuni lavori di ripristino, nel 1830 da un padovano, Tomaso Marcato, che gli diede il proprio nome, Caffè Tomaso. Il Caffè prendeva il posto di una caffetteria sita in quella piazza dei Negozianti che ora si chiama Tommaseo. Anche il Caffè venne ribattezzato, nel 1848, con il nome dello scrittore e patriota dalmata, che ancor oggi viene ricorato da una serie di cimeli: un ritratto e le edizioni delle sue opere custoditi in una bacheca posta al centro del locale. Marcato, grande appassionato d'arte, si preoccupò di abbellire il locale affidando l'incarico delle decorazioni al pittore Giuseppe Gatteri e facendo venire, direttamente del Belgio, una serie di specchiere, con le quali tappezzò tutte le pareti. Il Macato volle inoltre esporre un proprio ritratto opera di un noto ritrattista dell'epoca, Grigoletti. Il Caffè, ritrovo sia di artisti che di letterati che di uomini d'affari ospitava spesso mostre e concerti; va ricordata una personale dedicata a Giuseppe Bernardino Bison e i concerti che venivano proposti il giovedì dall'orchestra del Teatro comunale e il sabato dalla banda. Fra le specialità offerte dal Caffè Tomaso c'era il gelato, introdotto in città proprio dal Marcato che, sensilbile alle innovazioni, volle anche dotare il caffè di illuminazione a gas: correva il 1844 ed era il momento in cui in città si facevano i primi esperimenti pubblici.
CAFFE' SAN MARCO
Il 3 gennaio 1914, al pianterreno di un edificio di proprietà delle Assicurazioni Generali edificato nel 1912, venne inaugurato il Caffè San Marco, allora di proprietà di Marco Lovrinovich, originario di Parenzo. Subito il locale divenne ritrovo di giovani studenti e intellettuali. Il proprietario del caffè incarica della direzione dei lavori un irredentista come lui: Napoleone Cozzi, un personaggio eclettico, pittore e decoratore, alpinista e schermidore, che dà al San Marco un aspetto decisamente italiano. Gli stucchi delle volte – oggi color bronzo – nel 1914 sono invece sfacciatamente tricolori: sulle pareti bianche campeggiano i chicchi di caffè rossi, con le loro brave foglie verdi.
Il caffè apre i battenti nei primi mesi del 1914 diventando immediatamente, e non potrebbe essere altrimenti, il punto di ritrovo della gioventù irredentista di Trieste. Tra gli avventori si contano anche i giovani ebrei che frequentano la vicinissima sinagoga (costruita nel 1910, contende a quella di Budapest il primato del tempio ebraico più grande d’Europa). Il San Marco, tra i pochi sopravvissuti e l’unico rimasto intatto negli arredi e nelle decorazioni dai tempi degli Asburgo, compie ora cent’anni.
CAFFE' TORINESE
Inaugurato nel 1915, il più piccolo dei caffè storici di Trieste è tutto avvolto nel legno. Il richiamo a una nave di lusso della Belle Epoque è inevitabile, tanto più che a progettarlo è stato l’ebanista triestino Debelli, autore degli interni dei gloriosi transatlantici Vulcano e Saturnia. Partiti, dunque, per un viaggio nel tempo in surplace al bancone a L ghirlandato di ottone e col ripiano di marmo. Una preziosa collezione di cavatappi d’ogni epoca ben ordinata in pannelli contorna le vetrinette specchiate contenenti vini pregiati.
CAFFE' PASTICCERIA PIRONA
Fondata nel 1900 dall'estro di Alberto Pirona, dispensando confetture, dolci fini, frutta in conserva, galanterie di zucchero, paste e biscottini, nonché liquori e vini scelti. Quest’ultimi apprezzatissimi da James Joyce durante la sofferta creazione di “A Portrait of the Artist as a Young Man”. Frequentata da letterati e artisti, come il compositore Antonio Smareglia che abitava accanto, è divenuta una frequentatissima istituzione, che tiene alta la grande tradizione pasticcera di presnitz, pinza, putizza, mandorlato, fave triestine, marzapane. Vetrine, arredi e scritte con la linearità liberty dei primi del Novecento.
CAFFE' DEGLI SPECCHI
Sui resti delle fortificazioni - ancora oggi visibili nelle cantine - di Castello Amarina, costruito dai Veneziani nel 1370, venne edificato nel 1837 Palazzo Stratti, che da allora ospita il Caffè degli Specchi. Benché inaugurato nel 1839, i lavori vennero completati solo nel 1846 a causa di difficoltà finanziarie. Caffè storico, ubicato nella bellissima Piazza Unità, è un luogo intoccabile che custodisce il fascino di tempi ormai lontani. Dispone di un ampio spazio con tavolini esterni, posti ai piedi del municipio, dai quali si può vedere e respirare il mare.

PASTICCERIA CAFFE' LA BOMBONIERA
La pasticceria è stata fondata nel 1850 dalla famiglia ebrea di origine ungherese Eppingher. Oltrepassatele porte in vetro smerigliato dai disegni liberty, tipiche e frequenti nelle case "bene" triestine, ci si trova in un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato. Dietro le vetrine, colme di pastine piccole come si usavano un tempo, le commesse si alternano sorridenti e sommesse, sotto lo sguardo dolce e riservato della signora La Porta. Al piccolo banco si susseguono le torte Pischinger, Sacher, Linzer, Dobos, che non stanno in mostra ma sono confezionate immediatamente prima della consegna le porte in vetro smerigliato dai disegni liberty, tipiche e frequenti nelle case "bene" triestine, ci si trova in un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato. Dietro le vetrine, colme di pastine piccole come si usavano un tempo, le commesse si alternano sorridenti e sommesse, sotto lo sguardo dolce e riservato della signora La Porta. Al piccolo banco si susseguono le torte Pischinger, Sacher, Linzer, Dobos, che non stanno in mostra ma sono confezionate immediatamente prima della consegna .
CAFFE' STELLA POLARE
Il Caffè Stella Polare, aperto nel 1865, si trova in Piazza Sant’Antonio, vicino al Canal Grande, accanto alla chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione.
All’inizio del 1904 il vecchio stabile sul Canale venne abbattuto per far posto all’attuale palazzo, allora il Caffè Stella Polare fu sistemato, in via provvisoria, in un padiglione di legno e gesso, sistemato di fronte alla Chiesa di Sant’Antonio Nuovo.
Nato come tipico locale austro-ungarico, con le classiche decorazioni di stucchi e specchi in parte ancora presenti, presentava un bancone in legno di ciliegio ed era dotato di sale da biliardo, sale per le riunioni e per la lettura. Il locale è stato per anni rifugio di negozianti e intellettuali sia triestini che stranieri; con la fine della seconda guerra mondiale e l’arrivo degli anglo-americani in città, questo Caffè divenne una famosa sala da ballo: da qui mote ragazze triestine presero il mare per gli Stati Uniti, spose di giovani soldati americani.
All’inizio del 1904 il vecchio stabile sul Canale venne abbattuto per far posto all’attuale palazzo, allora il Caffè Stella Polare fu sistemato, in via provvisoria, in un padiglione di legno e gesso, sistemato di fronte alla Chiesa di Sant’Antonio Nuovo.
Nato come tipico locale austro-ungarico, con le classiche decorazioni di stucchi e specchi in parte ancora presenti, presentava un bancone in legno di ciliegio ed era dotato di sale da biliardo, sale per le riunioni e per la lettura. Il locale è stato per anni rifugio di negozianti e intellettuali sia triestini che stranieri; con la fine della seconda guerra mondiale e l’arrivo degli anglo-americani in città, questo Caffè divenne una famosa sala da ballo: da qui mote ragazze triestine presero il mare per gli Stati Uniti, spose di giovani soldati americani.
giovedì 21 agosto 2014
L'ANTICA LIBRERIA ANTIQUARIA DI UMBERTO SABA
Finalmente riapre, dopo esser stata chiusa per un lungo periodo dedicato alla pulitura e archiviazione dei volumi !
L’attività della«Libreria Antica e Moderna» ebbe inizio il 1 ottobre 1919 e consentì a Saba di raggiungere una modesta ma decorosa indipendenza economica che gli permise di dedicarsi alla poesia. La bottega di via San Nicolò rappresentò inoltre un particolare osservatorio per il poeta, perché numerosi erano i clienti che frequentavano la libreria, che divenne nel corso degli anni luogo di ritrovo per scrittori e artisti. Tra gli altri, Italo Svevo, a cui piaceva passare quasi tutte le sere e raccontare, una volta ottenuto un tardivo successo per i suoi romanzi, i ricordi delle sue imprese commerciali. Saba diede a Trieste un’attività libraria antiquaria di fama nazionale con l’essenziale contributo di Carlo Cerne, il celebre Carletto, verso cui il poeta nutrì fino alla fine affetto e riconoscenza.
Mi piacerebbe, adesso che sono vecchio, dipingere con tranquilla innocenza il mondo meraviglioso. E, fra le altre cose, la mia oscura bottega di Via San Nicolò 30 a Trieste; quella che, quando l’amava e passava volentieri fra le sue pareti le sue ore d’ozio, il mio amico Nello Stock chiamava, non senza qualche buona ragione,«la bottega dei miracoli».
Passando una mattina del 1919 per Via San Nicolò, vidi, o notai per la prima volta, quell’antro oscuro. Pensai: «Se il mio destino fosse di passare là dentro la mia vita, quale tristezza». Era – senza che io ancora lo sapessi – un monito o un presagio.
Pochi giorni dopo infatti l’acquistai dal suo vecchio proprietario, Giuseppe Maylàender. L’acquistai con l’intenzione di buttare nell’Adriatico tutti quei vecchi libri che conteneva, e rivenderla vuota a un prezzo maggiore. Ma dopo pochi giorni, non ebbi più il coraggio di attuare il primo progetto; quei vecchi libri – nessuno dei quali m’interessava per il contenuto – mi avevano incantato. Cercavo anche una sistemazione per la mia vita.
Storia di una libreria (1948). |
domenica 28 luglio 2013
IL PEDOCIN , lo stabilimento balneare unico in Europa
Uomini e donne rigorosamente separati da un muro per prendere il sole in spiaggia. E la “barriera” continua anche in mare. Parliamo di un’antica tradizione dai tempi dell’impero austro-ungarico, lo stabilimento balneare triestino La Lanterna : l’unico in Europa con donne e uomini separati da un lungo muro che divide la spiaggia in sassolini e prosegue in mare. Assieme arrivano solo alla cassa, dove si paga la cifra irrisoria di 80 centesimi di euro per l’ingresso. Poi i bagnanti sono obbligati a prendere strade separate: gli uomini a destra e le donne a sinistra. Mamme e nonne avevano il permesso di portare con loro figli e nipoti maschi fino a un metro di altezza. Adesso il comune di Trieste ha deciso di porre il limite di età di 12 anni .Lo stabilimento è spartano, ma la parte della spiaggia dedicata alle donne risulta più grande di un terzo rispetto agli uomini. Le signore possono perdersi in amabili «ciacole» (chiacchiere in dialetto) al bar comune. I maschietti, invece, devono uscire per ottenere ristoro a un chiosco. Guai a passare dall’altra parte. La separazione prosegue per diversi metri anche nel tratto di mare di fronte allo stabilimento. Qualcuno, però, fra una bracciata e l’altra butta l’occhio verso la spiaggia femminile. Generazioni di giovani triestini si sono dati appuntamenti oltre l’ultima boa per provare l’ebbrezza di un bacio in mare, nel bagno separato.Inaugurato nel 1903, quando il Comune ottenne in concessione il tratto di spiaggia su cui sorge (ma il progetto risale alla fine dell’Ottocento), il Bagno popolare «Alla Lanterna», da sempre noto come «el Pedocin», ha una posizione invidiabile in prossimità del molo Fratelli Bandiera. Grazie alla sua vicinanza al centro di Trieste viene frequentato anche nei giorni lavorativi durante la pausa pranzo.
sabato 17 dicembre 2011
lo SCAMBIO CASA , il più bel modo di viaggiare nel mondo
Io e Stefano, con la nostra famiglia, abbiamo incominciato un pò di anni fa, con i dubbi che inizialmente ti vengono quando ragioni su tutto quello che potrebbe succedere ; però ci siamo fidati di Scambiocasa.com e abbiamo fatto molto bene ! L'idea era venuta a me dopo aver visto il film " L'amore non va in vacanza " con Cameron Diaz e Kate Winslet, che usano lo scambio di casa per cambiare le rispettive vite quando si scambiano le case tra Los Angeles e l'Inghilterra. Immediatamente andai a visitare il sito italiano di Home Exchange e mi resi conto dell'enorme realtà che fino allora avevo ignorato : più di 40.000 soci in 148 paesi del mondo !!!! Ma qual'è la forza di Scambiocasa ? Le ragioni sono molteplici : il risparmio tra il 50 e il 70% sul
budget destinato alle vacanze, come prima cosa. Ma soprattutto un mezzo
autentico di scoprire un altro paese, ben lontano dai sentieri battuti
del turismo di massa. I partner di scambio si comunicano i loro migliori
«segreti» - musei, monumenti, ristoranti, negozi, spettacoli,
passeggiate, sport – che fanno di ciascun affiliato un vero iniziato nel
Paese dove poggia le sue valigie. A questo si aggiunge il confort di un
vero salone e anche, spesso, una camera per ciascuno dei ragazzi.
Insomma, si vive come un abitante del Paese che si sta visitando, al di
fuori dei circuiti commerciali che costringono i turisti a seguire un
binario fisso. E come nel film, L'amore non va in vacanza, si fanno dei «veri» incontri. Mi riferisco all' attenzione, alla semplicità dei gesti, al piacere di aiutarti che traspare dall'accoglienza che ti riservano delle persone mai conosciute prima. Quando arrivi nella casa di chi ti ospita trovi sempre qualche bel regalo che ti attende : oggetti tipici del luogo o un'assortimento di prodotti gastronomici, il frigo sempre pieno di ogni ben di dio, oltre che a cartine geografiche, depliant, libri e consigli scritti su tutto ciò che riguarda sia la casa sia le cose da vedere o fare nei dintorni. Quando poi torni a casa tua altre sorprese! Doni, disegni dei bambini, lettere di ringraziamento e la casa perfetta e intonsa come quando l'avevi lasciata, magari arricchita da dei fiori o qualche bella pianta ! Questi gesti fanno bene al cuore : in un mondo dove prevalgono la competizione sfrenata, l'eccesso di senso di proprietà che spesso porta alla solitudine, a chiudersi nelle proprie case per paura dell'altro, Scambio casa ti insegna ad aprirti all' esterno senza paure!
Vi mostrerò alcune foto dei nostri scambi casa, così da invitarvi a seguire la nostra stessa esperienza.... NON VE NE PENTIRETE !!!
FRANCIA
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