giovedì 7 marzo 2013

MIRACOLI SBAGLIATI

Ciò che Margherita non dimenticherà di quelle estati ininterrotte da metà giugno a metà settembre sono le teorie sui miracoli sbagliati. In che occasione cominciarono a parlarne non lo sa più neanche Giovanni. Una cosa è certa, entrambi li hanno inventati prima di conoscersi, ma insieme hanno trovato la definizione a quelle anomalie – allora le chiamavano stramberie, stranezze o proprio pazzie – dei grandi, che riuscivano a rendere brutta una cosa bellissima. I miracoli veri, al contrario, quelli sì avevano un senso: Gesù che cammina sulle acque altrimenti affoga; Gesù che fa resuscitare Lazzaro e fa contenta la sua famiglia; Gesù che trasforma l’acqua in vino ché sarebbe comodo la domenica sera quando in casa rimane solo un po’ di birra sgasata e gli Schera sono astemi, al massimo hanno un resto di Marsala per le scaloppine; un po’ meno la moltiplicazione dei pani e dei pesci, perché o quei pesci sono morti da un’altra parte dell’oceano e allora poveracci, oppure peggio Gesù li ha creati già morti, però va detto che senza di loro le persone morivano di fame.



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