venerdì 20 gennaio 2012
Poveri giovani senza speranze...
Che tristezza ! Stamattina in un ambulatorio incontro un nuovo giovane collega, informatore scientifico del farmaco come me. Si presenta educatamente e subito percepisco un forte accento del sud. Incomincia, su mia richiesta, a raccontarmi la sua storia. Ha 33 anni ( e subito ho pensato a Cristo...) e viene da Potenza. E' da sette anni che fa questo lavoro e ha gia' cambiato tre o quattro aziende! Come mai? Evidente! L' hanno sempre assunto con contratto a termine, e dopo un anno o due licenziato. Decide di fare allora l'agente di commercio ma dice che lavorava come un asino per pagarsi soltanto le spese. Peggio di quello non c'era niente, prosegue, e allora decido di tornare a cercare un lavoro da informatore dando la disponibilita' per tutta Italia. Ed ecco che arriva a Trieste, dove non conosce niente e nessuno e abita in una stanzetta in affitto presso una famiglia. Sorride e mi dice: purtroppo ho necessita' di lavorare e mi devo adattare a qualsiasi situazione. Questo incontro mi ha fatto pensare a un sacco di cose: innanzitutto che a 33 anni uno dovrebbe poter avere gia' una famiglia sua, ma in queste condizioni come puo'? Poi ho pensato quanta disperazione possa provare un ragazzo eradicato dalla sua terra, dalla sua gente, dai suoi amico, per una necessita' economica...pura sopravvivenza ! Ma quello che mi fa piu' rabbia di tutto sono queste aziende, che sfruttano le persone per poi darle il benservito con un calcio nel sedere! Ma che futuro puo' avere un giovane oggi, se non proviene da una famiglia benestante? Nessuno. Sono giovani senza nessuna speranza.....
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