Carso, che sei duro e buono ! Non
hai riposo, e stai nudo al ghiaccio e all'agosto, mio carso, rotto e affannoso
verso una linea di montagne per correre a una meta; ma le montagne si
frantumano, la valle si rinchiude, il torrente sparisce nel suolo.
Tutta l'acqua s'inabissa nelle tue spaccature; e il lichene secco ingrigia
sulla roccia bianca, gli occhi vacillano nell'inferno d'agosto. Non c'è tregua.
Il mio Carso è duro e buono. Ogni suo filo d'erba ha spaccato la roccia per
spuntare, ogni suo fiore ha bevuto l'arsura per aprirsi. Per questo il suo
latte è sano e il suo miele odoroso.
Egli è senza polpa. Ma ogni autunno un'altra foglia bruna si disvegeta nei suoi
incassi, e la sua poca terra rossastra sa ancora di pietra e di ferro. Egli è
nuovo ed eterno. E ogni tanto s'apre in lui una quieta dolina ed egli riposa
infantilmente fra i peschi rossi e le pannocchie canneggianti.
Scipio Slataper
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