Constatava che gli esseri umani
sono oscure fotocopie l'uno dell'altro e,
tra quella immane pila di fogli alta miliardi di persone,
sibila il vento dell'invidia, dell'ipocrisia e della cattiveria.
Ma ogni tanto, nel vortice di follia malvagia,
comparivano fogli bianchi di bontà e delicatezza.
Ed erano parecchi.
A loro si aggrappava quell'uomo logorato da anni e vita grama.
Da quei fogli puliti, ricchi di comprensione e affetto,
riceveva aiuto e forza per superare i giorni e andare avanti.
Pareva forte, invece aveva bisogno d'aiuto.
Mano a mano che passavano gli anni,
s'accorgeva di essere più stanco.
Non stanchezza fisica bensì la spossatezza del tempo e delle cose
che invecchiando salivano a galla,
portando in superficie rimorsi, verità e menzogne.
Mauro Corona
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